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Bacche da scoprire. Alchechengi

Simili a piccole lanterne dal caldo color arancione, gli alchechengi sono ideali per creare eleganti decorazioni per dolci, ma anche per realizzare gelati, deliziosi dessert e sorbetti vitaminici

Simili a piccole lanterne dal caldo color arancione, gli alchechengi sono ideali per creare eleganti decorazioni per dolci, ma anche per realizzare gelati, deliziosi dessert e sorbetti vitaminici

Origine asiatica

Chi lo direbbe che le bacche dell’alchechengi appartengono alla stessa famiglia di pomodori, patate e melanzane. Eppure è vero, questo frutto di origine caucasica possiede alcune delle caratteristiche dei vegetali che la botanica classifica come solanacee. Quando è acerbo ha un alto contenuto di solanina, ma quando è ben maturo possiede tali e tante proprietà da farne un ottimo integratore dalle virtù terapeutiche. Non sono invece commestibili il calice e le foglie, a causa dell’alta presenza di solanina.

Diuretico naturale

Il nome deriva dall’arabo al-kakang che significa “vescica”; da ciò è facile intuire come una delle principali proprietà degli alchechengi sia di favorire la diuresi. Nella medicina cinese le bacche sono utilizzate per combattere la ritenzione idrica; il merito è del prezioso mix di carotenoidi e tannini contenuto nella pianta, che riduce la quantità di acido urico nel sangue per poi facilitarne l’eliminazione. Oltre al frutto, anche il suo infuso, dal gradevole sapore di lampone, è un buon depurativo per fegato, reni e apparato digerente.

 

Ricco di vitamina C

Un’altra proprietà dell’alchechengi è l’alta concentrazione di vitamina C. Dalle analisi effettuate è emerso che la quantità di tale vitamina contenuta nella bacca è doppia rispetto ad altri frutti, al punto che è in grado di sostituire, senza problemi, gli integratori di acido ascorbico e di contribuire a potenziare le difese immunitarie e a prevenire le malattie da raffreddamento.

 

Colpo d’occhio

Nonostante l’aspetto esotico, le piante di alchechengi sono coltivate in Italia e crescono anche spontanee nei nostri boschi, raggiungendo quote fino ai millemetri; abbelliscono i giardini autunnali e le terrazze dove possono essere coltivate in vaso o in graziosi cestini pensili. Ciò che le rende così decorative è la sottile membrana, di consistenza cartacea, a forma di piccola lanterna (il calice) che si sviluppa intorno al seme verso la fine dell’estate e che, man mano che si disfa, lascia intravedere la colorata bacca interna attraverso una delicata rete di nervature. Un colpo d’occhio incantevole che attrae le farfalle per un effetto simbiotico.

Fascino autunnale

Gli alchechengi danno il meglio di sé abbinati con il cioccolato. Si sbucciano i frutti e, dopo aver modellatole foglie, molto simili alla carta di riso, si tuffano in una salsa preparata con una copertura di fondente; un dolce dall’elegante impatto visivo, perfetto come snack o dessert. Un’alternativa è la frutta brinata; si immergono le bacche prima nell’albume e poi nello zucchero semolato e si ottiene un effetto gelo veramente gradevole. Utilizzate come decorazione sulla glassa di una torta o accompagnati da altri “must” di stagione, come pannocchie colorate, cachi, zucche e castagne, impreziosiscono la vetrina d’autunno della pasticceria.

 

Anche in salsa

Far cuocere a fiamma viva gli alchechengi tagliati a spicchi insieme a zucchero, qualche cucchiaio di acqua e, volendo, sfumare con un liquore. Semplice da realizzare, la salsa di alchechengi offre un bell’impatto visivo accompagnata da una panna cotta sformata nel centro della crema; un dolce al cucchiaio raffinato. Per rinnovare muffin e cup cakes con sapori inediti si può aggiungere il frutto a pezzetti nell’impasto, mentre brioche e crostate si farciscono con la sua marmellata; ricca di pectina, la bacca è ideale per realizzare gelatine e confetture, da aromatizzare con succo di arancia, zenzero o cannella.

 

Muffin agli alchechengi

(ricetta Fratelli Orsero)
Ingredienti: 200 g di alchechengi, 2 uova, 150 g di farina, burro, succo d’arancia, zucchero, scorza di limone e lievito

Preparazione: mescolare tutti gli ingredienti aggiungendo gli alchechengi tritati. Alcuni interi tenerli da parte per la decorazione. Infornare a 180°C per mezz’ora circa. Per conferire un sapore più intenso ai muffin e dare loro il classico aspetto glassato, “american style”, preparare una glassa a base di zucchero a velo e succo d’arancia.

Come sceglierli

I frutti dell’alchechengi si trovano in vendita da ottobre a gennaio. Al momento dell’acquisto devono essere sodi e di colore uniforme; se il calice risulta friabile significa che il frutto è maturo. Per pulirli si aprono e, eliminata la membrana esterna, si lavano molto bene, soprattutto nel punto d’innesto del peduncolo, dove si raccoglie una so – stanza resinosa. Possono durare 48 ore in frigorifero, meglio se protetti con un panno di cotone. È possibile anche congelarli, in questo caso bisogna eliminare i calici. Se invece i frutti acquistati sono acerbi si lasciano maturare a temperatura ambiente finché non saranno di colore arancione; solo allora saranno commestibili.

Curiosità…

L’alchechengi ha anche un utilizzo diverso da quello alimentare. In Giappone funge da offerta rituale durante la Festa di Obon e, insieme a fiaccole, candele e falò, serve a guidare le anime dei defunti che, secondo i buddisti, ritornano ogni anno alle dimore terrene per ricongiungersi ai propri cari. Sempre in Giappone c’è un frequentatissimo mercato dedicato a questa pianta, chiamato hozuki-ichi, che si tiene in Asakusa, il 9 e 10 luglio. Da noi, invece, i calici colorati trovano posto fra gli addobbi della magica notte di Halloween; basta dipingere sulla membrana bocca e occhi con un pennello morbido e si trasformano in piccole lanterne a forma di zucca da illuminare dall’interno con un filo di lucine a led.

 


A cura di Annamaria Andreasi

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